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SORELLE
Spuntavano le prime viole, quando nacque mia sorella.

Era l'anno millenovecentoquarantasette. La guerra era da poco finita. Incominciavano ora le ristrettezze economiche, ma la vita, quella vera, ricominciava.

Anche per me, bambina di tre anni, stava per iniziare una nuova fase. Fra qualche ora avrei avuto una sorella in più con la quale dividere le rare carezze di mia madre.

Io ero una bambina piccola piccola, scuri e dritti erano i miei capelli e la pelle colore oliva, coperta da una leggera peluria, mi facevano assomigliare ad una scimiottina.

Il ricordo di quella nascita è rimasto indelebile nel tempo. Quella sera, mamma andò a letto molto presto: Lei solitamente era l'ultima a coricarsi: a noi bambini fu detto che non stava bene. Il papà era molto agitato, saliva di continuo la stretta scala che saliva alle camere per ridiscendere poco dopo. Strano Lui era solito mantenere la calma in ogni occasione. Ad un certo momento egli si infilò la grossa giacca di velluto e andò a chiamare la zia Ines.

Zia Ines abitava a qualche chilometro dalla nostra casa; arrivò tutta trafelata, mantenendo però il suo abituale portamento; testa alta, petto in fuori, rigida come uno stecco. Noi bambini l'immaginavamo come un grosso gallo impettito, sempre in guardia, pronto a difendere il proprio pollaio. In famiglia niente poteva sfuggire al suo controllo.
Quando ella arrivò, noi bambini fummo mandati a letto; la sensazione che qualche cosa d' insolito stava succedendo ritardò il nostro sonno quella sera.

Il mattino, allorché ci svegliammo il papà ci disse che era nata una sorellina.
Andammo tutti a fare la sua conoscenza. La mamma se ne stava ancora a letto, tenendo accanto a sè la piccola bimba.
Io rimasi in un angolo, ad aspettare che succedesse qualche cosa.
Quando la mamma si accorse di me mi chiamò accanto, per una carezza.

Crebbe molto bella, quella piccola sorella. I suoi capelli color castano, dai riflessi dorati si increspavano al tocco di  una carezza, la sua pelle bianca come il latte di mucca e le gote color rosa, creavano un piacevole contrasto, le sue piccole labbra sembravano due petali di rosa (diceva il papà) e la dolcezza con cui pronunciava le sue prime parole, conquistava tutti. Tutto in lei ispirava tenerezza.
Io per un poco me ne stetti nascosta nella sua ombra.

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